Scopriamo insieme i principi fondamentali e gli artisti che hanno plasmato il panorama del Design Minimalista, lasciandoci opere iconiche che incarnano l'equilibrio tra funzionalità e bellezza senza tempo.
Uno dei motti simbolo del Minimalismo è la frase, divenuta proverbiale, Less is more (letteralmente meno è meglio). Con tale espressione l'architetto e designer Ludwig Mies van der Rohe voleva indicare come l'eleganza non risiede nella ricchezza dei mezzi, ma piuttosto nella riduzione degli elementi superflui.
Il Minimalismo fiorì in particolare dagli anni '60 in poi come reazione agli eccessi dell'Arte precedente, esplodendo a Londra e New York soprattutto negli anni '80. Il movimento fu da molti considerato una risposta al caos imperante della vita urbana, dovuto all'esplosione edilizia, all'industrializzazione e al boom demografico.
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C'è qualche dibattito su chi abbia coniato specificamente il termine Minimalismo; tuttavia, lo storico dell'arte Richard Wollheim viene spesso menzionato fra i probabili responsabili, per l'utilizzo del termine "minimalismo" nel suo saggio del 1965 intitolato "Minimal Art". Wollheim ha usato il termine per descrivere il movimento artistico emergente in quegli anni, caratterizzato dalle sue forme semplificate e dall'enfasi sull'esperienza dello spettatore.
Dal punto di vista estetico e in linea generale, il Minimalismo offre armonia e ordine e restituisce una forma di bellezza purificata, essenziale. Fra gli obiettivi principali del design e dell'architettura minimalisti c'è quello di concentrarsi sull'essenziale, rimuovendo dettagli inutili ed elementi superflui che possono solo distrarre, per dare invece priorità alla funzionalità e all'utilità di uno spazio, all'equilibrio delle varie componenti e all'armonia della struttura in toto. Lo spazio architettonico deve essere efficiente ed ergonomico. La chiarezza del design attira l'attenzione sugli elementi essenziali e lascia un'impressione più profonda e memorabile nell'osservatore. Eliminando orpelli inutili, i designers e gli architetti si concentrano sulla moderazione e su ciò che conta veramente per creare opere d'impatto e senza tempo.
Nel design e nell'architettura minimalisti il soggetto è ridotto agli elementi necessari e si mira alla semplicità, usando illuminazione fredda e spazi piuttosto grandi con un numero limitato di componenti. Le creazioni architettoniche si caratterizzano per il largo uso di materiali di tipo industriale ed edilizio e la presenza di ampi volumi geometrici, con unità monolitiche, forme cubiche, rettangolari e simili. Ampio spazio viene dato anche a elementi organizzati in strutture aperte e sequenze seriali, mentre i colori si limitano spesso al bianco, nero, grigio e beige. Lo stile minimalista si concentra sulla multifunzionalità e sulla flessibilità nella gestione degli spazi. L'obiettivo è rendere le stanze idonee a svolgere diverse funzioni, seguendo un approccio costruttivo essenziale e senza fronzoli. Tutto all'insegna di apertura, spaziosità e calma visiva.
Alla base c'è dunque l'idea che la semplicità possa avere un impatto estetico maggiore rispetto a design complessi o decorati, in quanto si traduce in un'esperienza visiva o spaziale più raffinata, elegante e solida. Intense, clear and powerful diceva l'artista americano Donald Judd. Agli ornamenti eccessivi, potenzialmente sinonimo di disordine, vengono preferite le linee pulite e le forme ordinate, in cui ogni elemento viene ridotto ai suoi componenti essenziali.
L'idea di semplicità alla base del Minimalismo è presente in molte culture, in particolare in quella tradizionale giapponese. Sembra esserci una correlazione fra alcuni elementi della filosofia nipponica e il Minimalismo, soprattutto nella sua forma artistica e concettuale. Alcuni principi fondamentali, il wabi-sabi e il concetto di "ma" hanno fornito una base spirituale per molte opere minimaliste, dando loro un carattere distintivo, caratterizzato da essenzialità e un senso di connessione con il momento presente e lo spazio circostante. Il wabi-sabi, oltre a celebrare la bellezza dell'imperfezione e dell'effimero, esalta anche la semplicità e invita a trovare gioia nelle cose modeste e naturali, nella purezza ed essenzialità delle forme. Nel contesto del Minimalismo, questa teoria può essere associata all'utilizzo di elementi grezzi e privi di artifici e all'idea di riduzione e linearità nella composizione artistica.
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Anche il concetto giapponese di "ma" è correlato al Minimalismo, in quanto entrambi enfatizzano l'apprezzamento del vuoto, la presenza delle pause e di ciò che è semplice. "Ma" si riferisce allo spazio e al vuoto, inteso non in senso negativo, al contrario di quanto avveniva con l'horror vacui (orrore del vuoto in latino) nella tradizione artistica occidentale. Mentre l'occidentale "paura del vuoto" tende a riempire completamente lo spazio con una densità di dettagli e decorazioni, il "ma" giapponese considera lo spazio vuoto come parte integrante di una creazione e ne celebra la bellezza, il respiro di libertà. Lo spazio tra un oggetto e un altro viene considerato importante quanto gli oggetti stessi, e il vuoto è un elemento in grado di arricchire la consapevolezza e l'esperienza estetica.
Similmente, nel Minimalismo vengono ridotti al minimo gli elementi visivi e viene data voce alle "qualità invisibili", come la luce naturale, l'aria, la terra, il cielo. Si utilizzano linee pulite e forme geometriche semplici e si usano gli spazi vuoti per creare un senso di equilibrio, armonia e silenzio visivo. I vuoti lasciati dall'artista creano interazione, aprono un dialogo con l'ambiente circostante e permettono a occhi e mente di contemplare più coscientemente l'opera.
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Parlando dell'influenza del Sol Levante, non possiamo non citare l'architetto minimalista giapponese Tadao Ando, i cui concetti cardine sono la geometria pura e la natura e Kazuyo Sejima, famosa per le linee semplici e pulite, gli spazi bianchi e l'enfasi sulla funzionalità dei suoi progetti. Fra gli altri nomi importanti annoveriamo Carl Andre, Donald Judd, Agnes Martin, Anne Truitt, Sol LeWitt, Frank Stella, Robert Morris e Dan Flavin, di cui ricordiamo le note installazioni realizzate con comuni lampade fluorescenti da parete.
Qualunque elenco di opere famose appartenenti alla corrente minimalista sarebbe riduttivo, ma fra le creazioni particolarmente significative che vengono spesso citate figurano i lavori di Dieter Rams per Braun, la lampada Arco di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, la Tizio di Richard Sapper e la Tolomeo di Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina, per quanto riguarda il Design; mentre, per quel che concerne l'Architettura, sono spesso menzionati il Seagram Building a New York di Ludwig Mies van der Rohe - da alcuni considerato l'antesignano del Minimalismo - la Vitra Design Haus di Herzog & de Meuron e la piccola unità abitativa Diogene realizzata da Renzo Piano.
Il Minimalismo esercita da anni un'influenza significativa nel design e nell'arte contemporanea. La chiarezza concettuale, la semplicità e l'attenzione all'essenziale creano spazi ordinati e linee pulite. All'interno di questo contesto vengono favorite la funzionalità e la leggibilità dell'estetica, si crea un'esperienza di purezza e di armonia e si raggiunge un'eleganza senza tempo.